La Pinsa Romana è una delle nostre basi per pizza più richieste. Un vero e proprio best seller! Per chi la ama già e per chi ancora non la conosce, un articolo interamente dedicato alla Pinsa, che ne svela tutti i segreti.
Che cos’è la Pinsa?
La Pinsa è una focaccia salata leggera e croccante ma morbida all’interno, che viene utilizzata in diversi modi.
Si può gustare condita come se fosse una pizza, con pomodoro e mozzarella oppure bianca, o ancora al posto del pane per accompagnare alimenti diversi ed esaltarne i sapori. Ottima anche in versione gourmet per aperitivi super sfiziosi.
Tra le sue caratteristiche quella che colpisce subito chi la prova per la prima volta è la sua capacità di essere fragrante ma soffice, frutto di una speciale lavorazione artigianale con una tradizione che viene da molto lontano.
Quanto lontano? Continua a leggere per scoprirlo!
Perché si chiama Pinsa Romana?
Il nome stesso ci suggerisce la risposta. “Pinsa” viene dal latino “Pinsere”, che possiamo tradurre con “allungare”, “stendere”, “schiacciare” o anche “macinare”. L’aggettivo romana invece è indice della sua provenienza.
La leggenda dice infatti che le popolazioni antiche della zona del Lazio siano state le prime a ideare un prodotto simile alla moderna pinsa, anche se con ingredienti all’epoca più facilmente reperibili: farine di miglio, orzo, farro, acqua, sale ed erbe aromatiche. La preparazione prevedeva che l’impasto venisse steso e allungato a mano, per poi essere cotto sui carboni ardenti.
La ricetta è stata rivisitata più volte nel corso dei secoli. Basta pensare che la Pinsa moderna include alcuni ingredienti all’epoca sconosciuti.
Gli ingredienti base della pinsa romana, per come la conosciamo noi, sono infatti farina di frumento, farina di soia e farina di riso, acqua, sale, olio extra-vergine d’oliva e lievito madre.
La pinsa è l’antenata della moderna pizza. La somiglianza dei nomi infatti non sarebbe un caso; il termine pizza deriva proprio da “pinsa”.
Quali sono gli ingredienti della Pinsa Romana?
Gli ingredienti della Pinsa sono facilmente reperibili (farina di frumento, farina di soia, farina di riso, acqua, sale, olio e pasta madre), ma la sua ricetta rimane avvolta dal mistero. Ogni produttore ha studiato il suo metodo di lavorazione artigianale che custodisce gelosamente.
Il lievito madre, di cui abbiamo parlato qui, è solo uno degli ostacoli che che deve affrontare chi vuole cimentarsi nella preparazione della pinsa.
La lievitazione corretta è infatti fondamentale per garantire le tipiche caratteristiche organolettiche e l’alta digeribilità che la contraddistinguono.
Non è finita qui, nel prossimo paragrafo scoprirai come mai è così apprezzata in tutto il mondo.
Perché è così amata?
Il boom della pinsa avviene nel 2007, quando esce dai confini del Lazio e si fa conoscere da tutta Italia e non solo. Ma perché alcuni addirittura la preferiscono alla pizza?
È presto detto! La pinsa romana è croccante fuori e morbida dentro. Il suo speciale mix di ingredienti, il poco sale e il particolare metodo di cottura la rendono molto leggera e digeribile.
La leggerezza è una delle caratteristiche più apprezzate dai suoi fan. La lievitazione lenta con pasta madre inoltre evita il fastidioso effetto gonfiore che alcune pizze provocano durante la digestione.
Ha meno calorie della cugina pizza, per questo viene considerata una sua versione dietetica e viene apprezzata da chi è attento alle calorie e dagli sportivi.
Confrontando i due impasti, quello della pinsa ha una percentuale maggiore di acqua (circa l’80%) e una lievitazione più lunga. Non contiene grassi e solo poco olio.
La sua versatilità inoltre la rende perfetta per aperitivi e pasti veloci, ma anche per cene gourmet che prevedono la degustazione di ingredienti di qualità come ad esempio una selezione di formaggi e salumi scelti.
Si tratta di un alimento completo, leggero, buono, artigianale, digeribile, versatile. Cosa volere di più?
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